viernes, 2 de junio de 2017

IL SOLDATINO DI STAGNO

Diario, 27 settembre
Sono ancora vivo. Tutti mi dicono che dovrei pensare a questo e ringraziare il Cielo e Signoriddio, ma per me in cielo ci sono solo gli astri e il giorno e la notte, a volte i nembi, le nuvole che portano pioggia, gonfie, grigie. E ora che dico dei nembi mi viene in mente il mio amico Nino che era fissato con la geografia e con il meteo e leggeva sempre sui libri che andava a prendere in biblioteca e sapeva tutti i nomi delle nuvole. Non lo vedo da tanto tempo. Lui si è salvato perché era piccoletto e non l’hanno voluto uno così a combattere nel nome della Patria. Che se il cielo è il Cielo, la terra è la Patria e io nemmeno questo riesco a capire. Vedo solo la mia gamba, vedo anzi dov’era la mia gamba e ora c’è l’aria, il niente, anche se a volte mi fa male come se ci fosse ancora. Io solo questo vedo e mi fa arrabbiare.
Diario, 4 ottobre
Oggi sono caduto. Ci mancava anche questo. Ora ho una ferita in testa e le palme delle mani piene di pietruzze che bruciano. Stavo andando a mangiare alla mensa, lì c’è quel passaggio tra le casse della roba scaricata e sono inciampato su una pietra e sono caduto. Mi sono riparato con le mani, ma ho sbattuto con la fronte sullo spigolo di una cassa. E per forza, con questa gamba che mi manca vado sempre storto, ho la stampella, ma non mi ci sono ancora abituato. Oggi piove. Ho mangiato poco, il pomodoro nella zuppa di fagioli è sempre un po’ acido, ma non è tanto questo, è che mi sono intristito per la caduta. Ora scrivo e fumo. Non c’è nessun altro nella camerata. L’unica cosa buona con una gamba in meno è che non devo fare più niente, solo aspettare, stare ancora col gruppo, prima o poi rientreremo.
Diario, 6 ottobre
L’aria è elettrica, pioverà. Non c’è nulla da raccontare oggi, ma volevo dire dell’aria.
Diario, 7 ottobre
Ho deciso di scrivere tutti i giorni così diventa veramente un diario che racconta una storia dall’inizio alla fine, però siamo sempre accampati qui, non stanno bombardando, non è successo niente di nuovo.
Diario, 8 ottobre
Non so che scrivere, le parole sono tutte povere.
Diario, 20 ottobre
Sono su una barca da diverse ore.  Prima stavo male e non potevo scrivere. Mi sono imboscato, sono andato via dall’accampamento, ormai non ci sono più tanti controlli e da quando non ho la gamba non mi considerano  tanto. Mi sono messo dei vestitacci, sono arrivato piano piano  alla spiaggia, che non era tanto lontana. Meno male, per stavolta, che non avevo la gamba. Un po’ facevo pena, un po’ pensavano a un poveretto, insomma nessuno è venuto a farmi domande, nessuno mi ha bloccato. C’erano dei pescatori vicino a una barca che stavano pulendo le reti. Le facevano scorrere su un tavolaccio di legno e con un martello molto grande riducevano in poltiglia i granchi e altri crostacei, pescetti e conchiglie che erano rimasti impigliati. Battevano col martello sui gusci e schizzavano pezzi ovunque. Alcuni mi sono schizzati anche addosso. Ho pensato, che metodo strano e brutale di pulire le reti. Sì, però è il metodo più veloce in effetti. Dopo ripiegavano le reti dentro casse di zinco. Ho chiesto se potevo andare con loro, come aiuto. Prima hanno riso, secondo me perché pensavano che aiuto può dare uno senza gamba. Però io ho detto che avrei aiutato a preparare da mangiare, a mettere in ordine le cassette di pesce e anche a pulire le reti, che lo sapevo fare (in verità l’avevo appena visto, ma non ci vuole mica tanto a fare una strage di animali che non si possono muovere). Mi hanno fatto salire. All’inizio stavo male, poi mi sono abituato, ho sbucciato le patate.
Diario 22 ottobre
Gli altri di sera quando rientriamo in porto se ne vanno a dormire a casa, quindi io dormo in barca da solo e mi sono aggiustato un letto niente male. La barca è come una culla molto grande, quindi è un piacere dormire.
Diario, 30 ottobre
Da soldato che ero alla fine sono diventato un pescatore. O meglio uno che aiuta i pescatori. Mi piace quando siamo in mare, a volte si avvicinano i delfini, poi il tempo cambia in un attimo, i tipi di nuvole del mio amico Nino secondo me li ho visti tutti, i pesci sono belli, argentati, a volte saltano dalle cassette. Anche gli altri pescatori mi hanno preso in simpatia, si vede. Il problema è che quando rientriamo al porto e faccio il lavoro delle reti ho sempre un po’ paura che qualcuno dell’esercito mi viene a cercare e per un disertore poi non è un bell’affare. Altro problema, non riesco a scrivere il diario ogni giorno come avevo pensato.
Diario, 30 ottobre
Prima ho dimenticato di dire che i miei compagni pescatori conoscono tantissime storie, strane anche, e stanno sempre a raccontare e mi piace tanto che mi fa un effetto al cervello come se qualcuno ci infilasse le mani per massaggiarlo.
Diario, 15 novembre
Sono successe tante cose, sono stato costretto a sparire dal porto, ho dovuto lasciare i pescatori miei amici. Sto navigando su una nave da diversi giorni ormai, un po’ nascosto, nel senso che durante il giorno non mi faccio vedere in giro e esco  solo di sera sul ponte. Mi è sembrato di notare qualcuno che fa come me, però meglio non fare domande, ognuno ha i problemi suoi. Io dal porto mi dovevo allontanare, avevo visto gente con la divisa che chiedeva.
Diario, 17 novembre
Acqua, acqua, acqua. Non si sa dov’è il davanti e dov’è il dietro. Il mare mi piace, ma ho capito che ogni cosa se ce n’è troppa o dura troppo stufa.
Diario, 20 novembre
Vedo qualcosa, come un’ombra all’orizzonte, che non sono sicuro se c’è davvero o no.
Sì, è la terra. Domani mattina approdiamo da qualche parte.
Diario, 27 novembre
Arrivato al porto qualche giorno fa, sono sceso veloce (più veloce che potevo senza una gamba) e mi sono allontanato perché non si sa mai, forse mi cercano ancora e poi forse fanno i controlli e magari mi mandano in carcere perché ho disertato. Ormai sono arrivato qui e pure se sono ancora lontano da casa, in qualche modo ci arriverò. Più che altro mi muovo di notte, di giorno sto nei paeselli così trovo qualcosa da mangiare e sembro a tutti un mendicante senza una gamba e quindi non mi chiedono niente, anzi mi fanno anche delle offerte a volte.
Diario, 28 novembre
Sono lento, sono pieno di dolori. Chissà quanto ci metterò a ritornare.
Diario, 29 novembre
Sulla riva di un piccolo fiume. L’acqua è così bella, amica. Mi sono seduto su una pietra e l’acqua mi scorre intorno alla vita e sulla gamba. Ho un peso nel petto. Non so chi trovo quando torno a casa. E se non mi riconoscono? In certi momenti penso che era meglio stare là, almeno ci ero abituato. Invece adesso ho paura di qualcosa e non so che cosa. Voglio solo riposare, non pensare a niente, riposare.
Diario,  10 dicembre
Più nessuno, più nessuno, non c’è nessuno. Perché? Perché? Perché? Io non dovevo tornare. Quando non si vede il male non c’è.
Diario, 22 dicembre
“E io dovrei vivere, tu dici! Vivere questa vita? Allora dimmi anche: a che scopo? Per chi? Per cosa?
Per te stesso! Per la vita! La tua strada ti aspetta. E di quando in quando potrai incontrare dei lampioni.
Avanti, camerati, questo dramma dobbiamo naturalmente recitarlo imperterriti fino alla fine. Chissà in quale buio angolo ci ritroveremo o su quale tenero seno, quando il sipario finalmente, finalmente, cadrà.
Pesce, pesce, dove sei? Pesciolino freddo! Io? Io sono morto. Oh, sei morto? Ed io che ti sto cercando in ogni angolo della terra! Perché mi cerchi? Perché? Perché ti amo, povero fantasma! E adesso mi dici che sei morto?
Datemi una risposta! Ma perché tacete? Perché? Allora nessuno mi dà una risposta? Nessuno mi risponde??? Nessuno, proprio nessuno può darmi una risposta???”

Accettazione 10.511
Data: 20/01/****
Ref. N. 4
In data 23/12/****  il paziente  B*** F*** è arrivato al pronto soccorso in ambulanza riportando gravi ustioni su tutto il corpo. È rimasto ricoverato nel reparto di rianimazione per 28 giorni e poi trasportato in questo reparto di psichiatria. Non sono chiari i motivi dell’incendio divampato nella rimessa dove il paziente viveva in condizioni di abusività nonché di totale assenza di servizi e igiene. Da una ricerca è risultato che il paziente era membro del battaglione *** nel paese di *** e che è stato dichiarato disertore a partire dal 10/10/****. Il paziente era stato ferito gravemente durante un bombardamento nella città di *** e in seguito gli era stata amputata la gamba sinistra. Nessun famigliare si è presentato al presidio ospedaliero e da ciò si deduce che il paziente non ha più rapporti con i suoi congiunti, che probabilmente hanno lasciato il paese a causa della guerra o sono morti. Le pagine di diario allegate si sono salvate dal rogo e grazie al lavoro accurato dell’infermiera E*** F*** del nostro reparto sono state trascritte, nel migliore dei modi, interpretando la grafia del paziente e cercando di ricostruire i passaggi di difficile comprensione a causa dell’annerimento delle pagine dovuto al fumo. Oltre alle suddette pagine di diario, sono stati ritrovati nel luogo abitato dal paziente i seguenti oggetti: una pietra scura di forma levigata, un orologio a cipolla, un coltellino, due libri che hanno la copertina e le pagine quasi del tutto bruciacchiate (su una si legge la parola “porta” e “Borch”, probabilmente parte del nome dell’autore). Il paziente è ora ricoverato in questo reparto e sottoposto a terapia farmacologica. Non appena lo stato di salute fisica migliorerà, si procederà al colloquio di prassi.
Dott. L*** J***

1 comentario:

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