(Traduzione di Anna Cambieri)
La Regina delle nevi di Hans Christian Andersen. Illustrazioni di Edmund Dulac, disegnatore e illustratore francese 1882-1953.
Una fiaba in sette storie
Quarta storia. Il principe e la principessaIn questo regno, dove ci troviamo ora, abita una principessa straordinariamente intelligente; legge tutti i giornali che ci sono al mondo e poi li dimentica di nuovo, tanto è intelligente.
In questo regno, dove ci troviamo ora, abita una principessa straordinariamente intelligente; legge tutti i giornali che ci sono al mondo e poi li dimentica di nuovo, tanto è intelligente. Un giorno, mentre sedeva sul trono, che non è una cosa molto divertente, si mise a canticchiare una canzone che diceva così: “Perché non dovrei sposarmi?”. “Ecco è proprio un’idea!” esclamò, e così si volle sposare, ma voleva avere un marito che sapesse rispondere quando lei gli avesse rivolto la parola, uno che non se ne stesse lì fermo e ben distinto, perché è molto noioso. Allora riunì tutte le dame di corte e quando queste sentirono che cosa voleva, si dimostrarono molto contente. “Molto bene!” dissero “l’altro giorno pensavamo proprio a questo.” Puoi credere a ogni parola che dico! Ho una fidanzata, che abita al castello, e mi ha raccontato tutto lei.
Subito uscirono i giornali con il bordo pieno di cuori, e con il simbolo della principessa; ci si poteva leggere che ogni giovane di bell’aspetto era libero di andare al castello e di parlare con la principessa, e chi avesse parlato completamente a suo agio, e meglio di tutti, sarebbe stato prescelto dalla principessa! Sì, sì, è proprio vero, come il fatto che noi stiamo qui; la gente accorreva, ci fu un gran movimento e una gran folla! Ma la faccenda non si risolse, né il primo giorno, né il secondo. Tutti sapevano parlare bene, quando si trovavano per strada, ma non appena entravano nel portone del castello e vedevano la guardia vestita d’argento e su per le scale e i valletti vestiti d’oro, e le grandi sale illuminate, allora si confondevano. Così si trovavano davanti al trono dove stava la principessa, e non sapevano dire nulla se non l’ultima parola che lei aveva detto, e a lei naturalmente non interessava risentirla! Era come se la gente lì dentro avesse ingerito del tabacco e fosse caduta in letargo, finché non usciva di nuovo sulla strada, allora sapeva parlare! C’era una fila che andava dalle porte della capitale fino al castello. Tutti avevano fame e sete, ma dal castello non ebbero neppure un bicchiere d’acqua tiepida, certo qualcuno dei più intelligenti s’era portato dei panini da casa, ma non li divise con i vicini, perché pensava: “Se questo sembra affamato, la principessa non lo sceglierà!”
Ma quando arriva? Era tra tutti gli altri?
Adesso arriviamo anche a lui. Era il terzo giorno quando arrivò una personcina senza cavallo e senza carrozza, che marciava ardita verso il castello, i suoi occhi brillavano, aveva lunghi capelli bellissimi, ma aveva vestiti molto poveri.
Aveva un fagotto sulle spalle!
Quando arrivò alla porta del castello e vide la guardia vestita d’argento e poi lungo le scale i valletti vestiti d’oro, non restò affatto imbarazzato: fece un cenno e disse: “Dev’essere noioso restare lì sulle scale, io preferisco entrare”. Le sale splendevano per le candele; i consiglieri e i ministri camminavano a piedi nudi e portavano vassoi d’oro: c’era di che restare imbarazzati! I suoi stivali scricchiolavano terribilmente, ma lui non aveva timore!
Ah, sì, scricchiolavano davvero! Ma lui se ne andò tranquillamente dalla principessa, che sedeva su una perla grande come la ruota di un fuso; tutte le dame di corte con le loro cameriere e con le cameriere delle cameriere, e tutti i cavalieri con i loro servitori e con i servitori dei servitori, che avevano con loro i paggi, se ne stavano impalati tutt’intorno; e più erano vicini alla porta, più apparivano pieni di superbia. Il paggio del servitore dei servitori, che va sempre in giro in pantofole, non lo si poteva quasi guardare, tanto se ne stava fiero vicino alla porta!
Deve essere orribile! E lui? Ha sposato la principessa?
Deve aver parlato molto bene. Era proprio audace e grazioso; non era venuto per chiedere la mano della principessa; ma solo per sentire la sua intelligenza, e la trovò eccezionale, come lei trovò eccezionale lui.
... entrare nel castello?
E qui c’è un panino per ... L’ha preso in cucina, ce n’è tanto di pane e ... Non è possibile che ... entri nel castello: ... e la guardia vestita d’argento e i valletti vestiti d’oro non ... lo permetterebbero. ... La mia fidanzata conosce una piccola entrata sul retro, che conduce alla camera da letto, e lei sa bene dove prendere le chiavi.
Entrarono nel giardino per il grande viale, dove le foglie cadevano una dopo l’altra, e quando al castello le luci si spensero a una a una, ... condusse ... a una porta sul retro che era socchiusa.
Ora si trovavano sulla scala; su un armadio brillava una piccola lampada.
Qualcosa al suo fianco fischiava; era come se ci fossero ombre sulle pareti, cavalli con le criniere svolazzanti e le zampe snelle, giovani cacciatori, dame e signori sui cavalli.
«Sono solo sogni! Vengono a prendere i pensieri delle Loro Maestà per portarli a caccia, e è un bene, così voi potrete osservarli meglio nei loro letti. Ma speriamo che se arriverete a ottenere onori e riconoscimenti, mostrerete un cuore riconoscente.»
«Sono solo sogni! Vengono a prendere i pensieri delle Loro Maestà per portarli a caccia, e è un bene, così voi potrete osservarli meglio nei loro letti. Ma speriamo che se arriverete a ottenere onori e riconoscimenti, mostrerete un cuore riconoscente.»
Poi entrarono nel primo salone, che era tappezzato di raso rosa a fiori, qui i sogni passarono fischiando, ma se ne andarono così in fretta che ... on riuscì a vedere le Loro Maestà. I saloni erano uno più bello dell’altro, davvero c’era da rimanere stupefatti; ora si trovavano nella camera da letto. Il soffitto là dentro somigliava a una grossa palma con foglie di vetro, di un vetro prezioso, e in mezzo al pavimento erano appesi a un grosso stelo d’oro due letti, che sembravano gigli; uno era bianco e vi si trovava la principessa; l’altro era rosso, e era quello dove ... Sollevò uno dei petali rossi e vide una nuca bruna: ... I sogni a cavallo fuggirono dal salone; il principe si svegliò, voltò il capo… oh, ...
... ma era anche lui giovane e bello. Dal letto bianco a forma di giglio si affacciò la principessa e chiese che cosa stesse succedendo. «Oh poverina!» esclamarono il principe e la principessa e lodarono ..., dicendo che non erano affatto in collera con loro, ma che naturalmente non avrebbero più dovuto farlo. Per quella volta avrebbero ricevuto una ricompensa.
«Volete volare libere?» chiese la principessa ...
«Volete volare libere?» chiese la principessa ...
Il principe si alzò dal letto e vi fece dormire ... , ma di più non poteva fare. ... e pensò: “Come sono buoni gli uomini ... ” e così ...
Il giorno dopo venne rivestita da capo a piedi di seta e di velluto, le venne offerto di rimanere al castello con un futuro assicurato, ma lei chiese solo di poter avere una piccola carrozza con un cavallo e un paio di stivaletti, così da poter viaggiare di nuovo nel vasto mondo ...
Ottenne stivaletti e manicotto: era molto graziosa vestita così, e quando volle partire si fermò davanti alla porta una carrozza nuova di oro puro con lo stemma del principe e della principessa lucente come una stella; il postiglione, i servitori, e i valletti a cavallo – perché c’erano anche i valletti a cavallo – avevano in testa corone d’oro. Il principe e la principessa aiutarono ... a salire sulla carrozza e le augurarono ogni bene. ... Nella carrozza si trovavano croccanti di zucchero, e sul sedile avevano messo frutta e panpepato.
«Addio! Addio!» gridarono il principe e la principessa, ... finché potè vedere la carrozza, che luccicava come il sole.
«Addio! Addio!» gridarono il principe e la principessa, ... finché potè vedere la carrozza, che luccicava come il sole.
Quinta storia. La figlia del brigante
Viaggiarono attraverso i boschi scuri, ma la carrozza brillava come una fiamma, e abbagliava gli occhi dei briganti, che non riuscivano a sopportarla.
«È oro, è oro!» gridarono, avanzando di corsa, presero i cavalli, uccisero il postiglione, i valletti e i servitori, ...
«È oro, è oro!» gridarono, avanzando di corsa, presero i cavalli, uccisero il postiglione, i valletti e i servitori, ...
Settima storia. ... che cosa accadde in seguito
Ma ... le chiese del principe e della principessa.
«Sono partiti per una terra straniera» rispose la figlia del brigante.
«Sono partiti per una terra straniera» rispose la figlia del brigante.
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