La regina delle nevi
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nella versione quasi fedele di Viviana Scarinci
Molto spesso nelle favole di Andersen, come nelle favole di molti altri narratori, c’è qualcosa di importantissimo da recuperare. Qualcosa che forse neanche c’era stato segnalato all’inizio della storia ma che sappiamo comunque perduto e che può anche non essere evidente. Lo intuiamo, ma non è chiaro in che modo sia la causa di tutto. Ne Il brutto anatroccolo ad esempio ciò che il pulcino ha perso prima dell’inizio della storia è la specie cui appartiene, e noi, come lui non lo sappiamo fino alla fine, grazie alla magistrale tessitura in cui Andersen, come se fossimo quel pulcino, ci impiglia facendoci patire lo stesso smarrimento del protagonista, il quale non trova la sua identità, e insieme a quella, il suo bene, in nessuna circostanza che il destino gli propone.
Intermezzo
... le racconta di un giovanotto ... che ha appena sposato la principessa presso cui la sua fidanzata ... è a servizio.
... come dimostrerà l’atteggiamento diversamente felice con cui Andersen ritrae la vera principessa che abita la prossima porzione di storia, ma non di meno la nostra è portatrice di uno spirito così alato che la renderà capace di percorrere quello che degli altri è il mondo più segreto: i loro sogni.
Principi, principesse e ragazze virili
... il ragazzo che ha sposato, ..., la più intelligente delle principesse disponibili sul mercato delle fiabe, ...? A differenza di quel che si dice in giro, non è che ci sia tutta questa disponibilità di vere principesse .... Possibile che .... avesse trovato quel favoloso connubio di intelligenza e nobiltà in una donna, e che ciò lo avesse reso principe?
... condotta furtivamente nei pressi della stanza più segreta del castello che custodisce il talamo dei neosposi, ... deve attraversare uno strano e popolato corridoio, prima di entrare nella camera da letto. Sono i sogni degli sposi a popolare quel corridoio limitrofo al sonno: cavalli purosangue, cacce, dame, cavalieri da cui .... .... E infatti principe e principessa erano solamente principe e principessa: due giovani gentili e generosi che quando seppero, invece di cacciare a pedate quella strana ragazza che si era introdotta nottetempo nei loro sogni, la rivestirono di tutto punto e le regalarono una carrozza per andare dove volesse, e ai ..., ritennero giusto restituire pari libertà.
Ma ... il nuovo apparecchiamento principesco non è destinato a durare molto. Appena fatta un po’ di strada la nostra subì un’imboscata da parte di briganti che però qui somigliano, invece che a manigoldi d’altri tempi, a orchi, anzi a orchesse. Infatti la più scatenata, quella che subito propone alla banda di fare fuori ... per impadronirsi di tutto quel ben di Dio che le avevano donato i principi, è una vecchia brigantessa barbuta che ha per figlia una ragazza assai virile. É il vero capo della banda. Per la verità la ragazza virile è un personaggio molto affascinante, forse il più fascinoso di tutti. Sembra una ragazza viziata e prepotente ma presto vedremo che l’autorità che Andersen le accorda non le arriva dalle sue velleità intimidatorie, né dall’essere figlia di un’orchessa che stravede per lei.
Subito, con prepotenza maschile della peggior specie, la ragazza precisa alla banda, madre compresa, ... che quindi solo lei può farne quello che vuole. Del resto la fanciulla virile ama così, e lo dimostra ... trattandola come tutto l’esercito di animali piccoli e grandi che tiene imprigionati, qualcuno rinchiuso, qualcun altro recluso per mezzo soltanto del terrore che incute. É il caso di una bellissima renna lappone finita chissà per quale oscura via in mano a quella ragazza.
Uno degli aspetti più avvincenti di questa bambina animale, figlia di briganti, è una forma di rapacità totalmente innata che trapela dal suo essere, che se da una parte la rende un personaggio non spendibile in termini di civiltà e decenza, dall’altra la partecipa di un istinto acuminato rivolto egualmente a cose, animali e persone che, insieme a una sincera sfrenatezza, la fa apparire un personaggio davvero portentoso, quanto regine seppur delle nevi e principesse, non si sognerebbero neppure.
....
… e vissero tutti più o meno felici e contenti
Si viene a sapere .... Che principe e principessa, dopo l’incontro con la nostra eroina, hanno preso la via del mondo, probabilmente stufi di una favola che li voleva così banalmente buoni e belli. .... Ma più di tutti è la ragazza virile che, finalmente diventata l’avventuriera generosa e solitaria che ci aspettavamo, con una frase lapidaria ..., dice quasi tutto ciò che resta da dire: “Vorrei sapere se lo meriti, che una corra fino alla fine del mondo per te!”
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