miércoles, 26 de febrero de 2025

LA REGINA DELLE NEVI, QUARTA STORIA - Lo Specchio-Cielo

TRADUZIONI POLITICAMENTE SCORRETTE

Notoriamente (per chi mi conosce) sono per il "Tradurre Senza Tradire" di Eco (ma vogliamo parlare della sua versione in Inglese a quattro mani de "Il Nome della Rosa"?), tanto più quando non ci si limita a tradire la poetica, il pensiero, lo stile di uno scrittore, ma la memoria di un popolo, e il patrimonio fiabesco è il più antico e autentico retaggio di qualsiasi popolo.

Anche per una rigida bigotta ideologica come me ci sono delle eccezioni. Ho il pudore di serbare le traduzioni politicamente scorrette in qualche anfratto. Sceglierò alcune da condividere.
Anticipo il criterio di selezione delle mie trasgressioni.

Ci si aspetterebbe che mi lanci sulle fiabe apertamente letterarie. Il tradimento sarebbe piccino picciò. Ma: 1) Mi interessano poco e niente. 2) Quelle che potrebbero interessarmi hanno avuto traduttori che ho amato e amo (v. Collodi e Masolino D'Amico). Non ho problemi con le fiabe della raccolta di Calvino. Non si può tradire un traditore. Ho già tradotto (fedelmente) alcune fiabe del Pitrè magistralmente banalizzate dal suddetto.

Le mie traduzioni traditrici saranno sempre accompagnate, se possibile, nelle apposite pagine, dai testi originali e affiancate o precedute dalle traduzioni canoniche.
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Quarta Storia. Il Principe e la Principessa.

In questo Regno, abita una Principessa straordinariamente intelligente: legge tutti i giornali che ci sono al mondo e poi li dimentica immediatamente, tanto è intelligente.


Giorni fa, mentre sedeva sul trono, il che, alla fin fine, non è una cosa molto divertente, si mise a canticchiare un vecchio ritornello che diceva così: 'Perché non dovrei sposarmi?'.
"Ecco, questa è proprio una buona idea!" esclamò, e le venne voglia di sposarsi, ma voleva un marito che sapesse conversare con spirito, non uno di quei tipi noiosissimi che se ne stanno lì impettiti, con l'aria d'essere gran personaggi. Allora riunì tutte le dame di Corte e, quando queste conobbero i suoi desideri, si rallegrarono con lei. 'Molto bene! - dissero - pensavamo proprio la stessa cosa.
L'indomani, i giornali uscirono bordati di cuori e con le iniziali della Principessa. Vi si poteva leggere che ogni giovane di bell'aspetto aveva facoltà di andare al castello e di parlare con la Principessa, e chi avesse mostrato di sentirsi completamente a suo agio e avesse conversato meglio di tutti sarebbe stato il prescelto! La gente accorse: che gran ressa e che folla! Ma nessuno ebbe successo, né il primo giorno, né il secondo. Tutti sapevano parlare bene quando erano per strada, ma, non appena oltrepassavano il portone del castello e vedevano le guardie dalle uniformi ricamate d'argento, e poi, su per gli scaloni, i valletti in livrea d'oro e i grandi saloni illuminati, allora si confondevano. Così, una volta davanti al trono dove sedeva la Principessa, non sapevano fare null'altro se non ripetere l'ultima parola che lei aveva detto, e alla Principessa, ovviamente, non interessava affatto riascoltarla! Era come - lì dentro - i pretendenti cadessero in letargo finché non uscivano di nuovo in strada, e allora ritrovavano la parola! C'era una fila che andava dalle porte della città fino al castello. Tutti avevano fame e sete, ma dal castello non ricevevano neppure un bicchiere d'acqua. Certo, qualcuno più intelligente s'era portato dei panini da casa, ma non li divise con i vicini perché pensava:' Se questo ha l'aria affamata, la Principessa non lo sceglierà di sicuro!'.
"Era fra tutti gli altri?"
Adesso ci arriviamo. Era il terzo giorno, quando arrivò una personcina senza cavallo né carrozza che marciò ardita verso il castello: i suoi occhi brillavano, aveva lunghi, bellissimi capelli, ma i suoi vestiti erano molto poveri.
Aveva un fagotto sulle spalle!
Quando arrivò al portone del castello e vide le guardie con le uniformi ricamate d'argento e, lungo gli scaloni, i valletti in abiti d'oro, non ne fu affatto intimidito; li salutò e disse:'Dev'essere noioso restare lì sulle scale, io preferisco entrare'. Le sale risplendevano illuminate da migliaia di candele, i Consiglieri e i Ministri camminavano a piedi nudi e recavano vassoi d'oro: c'era di che restare intimoriti! I suoi stivali scricchiolavano orribilmente, ma lui non se ne curava affatto!
Ah, sì, scricchiolavano, eccome se scricchiolavano! Ma lui se ne andò tranquillamente dalla Principessa, che sedeva su una perla grande come la ruota di un arcolaio; tutte le dame di Corte con le loro cameriere e con le cameriere delle cameriere, e tutti i cavalieri con i loro servitori e con i servitori dei servitori, che avevano con loro i paggi, se ne stavano impalati tutt'intorno, e, più erano vicini alla porta, più apparivano pieni di superbia. Il paggio del servitore dei servitori, che va sempre in giro in pantofole, non lo si poteva quasi guardare tanto se ne stava fiero vicino alla porta!
"Deve essere orribile! E lui? Ha poi sposato la Principessa?"
Deve aver parlato molto bene. Era proprio audace e affascinante: non era venuto per chiedere la mano della Principessa, ma solo per valutare la sua intelligenza, e la trovò rimarchevole, come lei trovò eccezionale lui.


"... far entrare nel castello?"
"... non avrà mai il permesso ufficiale di entrare nel castello."
"... là, vicino alle scale"
"... E qui c'è un panino per te. L'ha preso in cucina - ce n'è tanto di pane lì - ... Non è possibile che tu entri nel castello: ... le guardie vestite d'argento e i valletti vestiti d'oro non te lo permetterebbero, ma ..., ci riuscirai ugualmente. La mia fidanzata conosce un piccolo ingresso sul retro che conduce alla camera da letto, e lei sa dove prendere le chiavi."
Entrarono nel parco, poi, su per i grandi viali, dove le foglie cadevano una dopo l'altra, e, quando al castello le luci si spensero una dopo l'altra, ... condusse ...  ad una porticina sul retro che era socchiusa.
Ora si trovavano sulla scala. Su di una credenza brillava una piccola lampada. In mezzo al pavimento, ...
"Prendete la lampada, io vi precederò. Faremo il percorso più diretto, così non incontreremo nessuno."



CHRISTIAN BIRMINGHAM

"Mi sembra che qualcuno cammini proprio dietro di noi", Qualcosa passò di fianco fischiando: era come se sulle pareti scivolassero delle ombre, cavalli con criniere svolazzanti e zampe sottili, giovani cacciatori, dame e gentiluomini a cavallo.
"Sono solo sogni! Vengono a prendere i pensieri delle Loro Maestà per portarli a caccia, ed è un bene, perché così voi potrete osservarli meglio nei loro letti. Passando ad altro, spero che se arriverete a ottenere onori e riconoscimenti, mostrerete un cuore grato."
Poi entrarono nel primo salone, che era tappezzato di raso rosa a grandi fiori; i sogni li avevano oltrepassati e così in fretta che  non riuscì a scorgere gli augusti personaggi. I saloni erano uno più bello dell'altro, davvero c'era di che rimanere stupefatti!
... Ecco, adesso si trovavano nella camera da letto: il soffitto somigliava ad una grande palma con foglie di un vetro prezioso, e, in mezzo al pavimento, erano sospesi su di un grosso stelo d'oro due letti che sembravano gigli: uno era bianco e vi si trovava la Principessa; l'altro era rosso, ed era quello dove ...


 
VLADISLAV YERKO

Sollevò qualche petalo rosso e scorse una nuca bruna: ... . I sogni a cavallo fuggirono dal salone; il Principe si svegliò, voltò il capo...
... pur essendo anche lui giovane e bello. Dal letto bianco a forma di giglio fece capolino la Principessa e chiese che cosa stesse succedendo. 
"Oh, poverina!", esclamarono il Principe e la Principessa e lodarono ... assicurandole che non erano affatto in collera con loro, ma che naturalmente non avrebbero più dovuto omportarsi in quel modo. Per quell'unica volta avrebbero ricevuto una ricompensa.
"Volete volare via libere? - chiese la Principessa - Oppure volete un incarico fisso come ...  di Corte, con il diritto di mangiare tutto quello che avanza in cucina? "
Il Principe si alzò dal suo letto e vi fece dormire ..., di più non poteva fare.  ... e pensò: 'Quanti uomini ... di buon cuore esistono al mondo!'
Il giorno dopo, fu rivestita da capo a piedi di seta e di velluto, e le venne offerto di rimanere al castello e vivere fra gli agi, ma lei chiese solo una piccola carrozza con un cavallo ed un paio di stivaletti così da poter viaggiare di nuovo nel vasto mondo.

Le donarono un paio di stivaletti e un manicotto e abiti eleganti, e, giunto il momento della partenza, si fermò davanti al portone una carrozza di oro zecchino - con lo stemma del Principe e della Principessa - che riluceva come una stella; il postiglione, i servitori, e i valletti a cavallo - perché c'erano anche i valletti a cavallo! - avevano in testa corone d'oro. Il Principe e la Principessa aiutarono ... a montare in carrozza e le augurarono ogni bene. Nella carrozza trovarono croccanti di zucchero, e, sul sedile, frutta e panpepato.
"Addio! Addio!" gridarono il Principe e la Principessa,  ... Dopo le prime miglia, ... finché potè scorgere la carrozza, che luccicava come il sole.



Quinta Storia. La Figlioletta dei Briganti.


Viaggiavano attraverso il bosco oscuro, ma la carrozza riluceva come una fiamma e abbagliava gli occhi dei briganti appostati, che non riuscivano a reggerne lo splendore.
"Oro! E' oro!" gridarono, e corsero giù, incontro alla carrozza: presero i cavalli, uccisero il postiglione, i valletti e i servitori, ...




"Voglio andare in carrozza!"
...  montarono in carrozza e corsero, scavalcando sterpi e rovi, fino ad arrivare proprio nel folto del bosco. 
La carrozza si fermò in mezzo al cortile di un castello di briganti: era decrepito e completamente in rovina; corvi e cornacchie uscivano volando da tutti i pertugi, e dei grossi mastini, ognuno dei quali sembrava in grado di divorare un uomo, saltavano ma non abbaiavano perché era loro proibito.
Nella grande, vecchia sala annerita dal fumo, nel centro del pavimento di pietra, s'innalzava un gran fuoco; il fumo saliva verso il soffitto in cerca di una via d'uscita; in un grande pentolone cuoceva la zuppa, e sullo spiedo rosolavano conigli e lepri.
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Settima Storia. Che Cosa Accadde in Seguito.

Ma ... le chiese del Principe e della Principessa.
"Sono all'estero", rispose la figlia dei briganti.





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