jueves, 30 de marzo de 2017

THE HAKKENDEN IN THE GAME OKAMI

Nansō Satomi Hakkenden
Scrittore incredibilmente prolifico, Kyokutei Bakin (曲亭馬琴, noto come Takizawa Bakin 滝沢馬琴 o semplicemente Bakin 馬琴) è conosciuto principalmente come autore della lunghissima saga d’ispirazione storica in quaranta libri nota come Nansō Satomi Hakkenden 南総里見八犬伝 (La leggenda degli otto cani dei Satomi di Nansō, noto come Hakkenden, 1814-1842). La saga possiede una trama fitta di personaggi ed episodi minori, ricca di elementi sovrannaturali, meravigliosi e fantastici, tutti rigorosamente regolati dall’imperativo del kanzen chōaku 勧善懲悪, “incoraggiare il bene e punire il male”, concetto fondamentale di tutto il periodo Tokugawa.
La storia parte in seno alla famiglia Satomi. Satomi Yoshizane, signore della provincia di Awa, ha una figlia, Fusehime, alla quale viene consegnato come portafortuna un rosario di cristallo con incisi sui grani gli otto caratteri delle virtù confuciane · · · · · · · (benevolenza, rettitudine, etichetta, saggezza, lealtà, fede, pietà filiale, ubbidienza). Fusehime, simbolo di lealtà, fedeltà e purezza, rappresenta il sacrificio al femminile ed è il personaggio chiave della storia. Disperato per l’assedio nel quale è costretto il suo castello, Yoshizane promette la mano della figlia Fusehime a chi riuscirà a passare per primo il ponte levatoio. Ad avere successo in questa prova è il fedele cane Yatsufusa. Fedele alla promessa del padre, Fusehime si ritira con lui in una grotta, nella quale Yoshizane e il promesso sposo della donna, Daisuke, la ritroveranno misteriosamente incinta. Daisuke spara al cane, ferendo anche Fusehime, che metterà fine da sola alla propria agonia. Gli otto “figli” di Fusehime, i kenshi 犬士 (‘guerrieri cani’), ignari

della propria origine si disperdono per il paese. Bakin segue le loro vicende. Tutti e otto sono accomunati dal kanji di cane nel nome delle loro famiglie, da una voglia a forma di peonia in una parte del corpo e dal fatto di possedere uno dei grani del rosario della madre, ognuno con la virtù che lo caratterizza. Al termine delle loro avventure gli otto kenshi si riuniscono, riabilitano l’onore e le fortune del casato dei Satomi, per poi ritirarsi sul monte dove Fusehime si è uccisa e diventare degli immortali.

Il romanzo ha avuto tanto successo che della trama si sono impossessati miriadi di manga e anime, a volte fedelmente, a volte soltanto ispirati.

In Ōkami, Amaterasu, dopo aver incontrato la principessa Fuse (Fusehime), sacerdotessa protettrice di un importante santuario ed erede della Satomi House, e lo spettro di suo marito Yatsu (Yatsufusa), viene mandata a cercare gli otto cani (Immagini 10, 11, 1213) nei villaggi sparsi per il Giappone, per riportarli tutti dalla legittima padrona e sconfiggere con il loro aiuto il demone che si è installato nel santuario.
Anche Fuse e Yatsu sono ben riconoscibili da un occhio attento: entrambi presentano acconciature a forma di orecchie di cane, e dietro la schiena di Fuse roteano gli otto grani del rosario. Gli otto guerrieri cani sono tutti rappresentati in forma animale, cani appunto, e si riconoscono grazie a un fazzoletto colorato cui è appeso il grano del rosario che corrisponde a ognuno.



Cfr Luisa BIENATI, Adriana BOSCARO, La narrativa giapponese classica, Venezia, Marsilio, 2010, pp. 169-170-171.

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